Alghero, 12 aprile 2020 – Il lockdown durava già da qualche settimana e la giornata non preannunciava nulla di diverso.
Era una Domenica un po’ grigia e senza vento. Di quelle in cui l’aria sembra fermarsi sospendendo ogni cosa. Guardavo il mare col naso appiccicato alla finestra nella speranza che potesse riprendere presto il suo colore. Quella tavola grigia e inanime mi inquietava. Si aggiungeva al silenzio che invadeva le strade, alla solitudine dei marciapiedi e ai gabbiani che si impadronivano della città deserta.
Dopo essermi seduto davanti al pc con quella strana malinconia ancora nelle viscere, le mie dita cominciarono a muoversi sulla tastiera. Da sole e senza alcun controllo. Ora mi ritrovo in buona compagnia all’interno di un libro che raccoglie il tempo fermo di quei giorni. Le sensazioni più intime, e perché no, le fantasie che ci hanno aiutato a superare quel dannato e lungo lockdown.

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