Il musicista Algherese, fra i premiati di questa sera al teatro Ceroli di Porto Rotondo, si dichiara “soddisfatto ma tranquillo“. Prima di lui soltanto Paolo Fresu e Antonello Salis, avevano ricevuto analogo riconoscimento.
Dopo Cagliari, Castelsardo e Porto Cervo, sedi delle prime dodici edizioni, per il quarto anno consecutivo, l’appuntamento è fissato a Porto Rotondo nello scenografico teatro Ceroli. Dove, alle 20:00 di questa sera, il musicista Algherese Enzo Favata riceverà la prestigiosa “Navicella dargento“. A fargli compagnia, lo scrittore Gesuino Nemus, vincitore del Campiello opera prima nel 2016; la giornalista del Corriere della Sera, Elvira Serra; la campionessa di apnea Chiara Obino; il cantante Valerio Scanu; il regista Peter Marcias; e la ricercatrice oncologa Lia Palomba. Tutti “Ambasciatori di Sardegna nel mondo”: con le parole, la musica, lo sport, l’arte, hanno raccontato il cuore e l’identità dell’isola, contribuendo a dargli lustro a livello nazionale ed internazionale.
La navicella d’argento
Le navicelle in argento, ideate e realizzate dall’orafo cagliaritano Bruno Busonera e ispirate al famoso bronzetto nuragico, vengono assegnate annualmente a personalità sarde, di nascita, di origine o anche semplicemente di adozione. Dal 2015, tuttavia, alle tradizionali sette navicelle d’argento si è aggiunto un premio speciale, intitolato ad Olimpia Matacena, per molti anni vera anima organizzativa della manifestazione, premio che quest’anno è stato assegnato a Maurizio Costanzo, giornalista, conduttore televisivo e ideatore di format di grande successo.
Gli esordi
Gli addetti ai lavori, non avranno certo bisogno di questo riconoscimento ufficiale per scoprire Enzo Favata come uno fra i migliori musicisti del panorama jazzistico, attualmente in circolazione. A tutti gli altri, però, vale la pena ricordare che l’artista Algherese, classe 1956, è uno dei musicisti sardi più attivi e conosciuti nel panorama musicale italiano ed internazionale. Suona il sax soprano e sopranino e altri strumenti etnici a fiato soprattutto della Sardegna, con i quali ricerca e coniuga continuamente linguaggi e culture musicali differenti.
La sua attività musicale inizia nel 1983 e dopo aver suonato per alcuni anni jazz tradizionale, nel 1988 esordisce al Festival Jazz di S. Anna Arresi con un nuovo quartetto. E sarà lì che porrà le basi alla sua evoluzione artistica futura. Un percorso fatto di musica etnica della Sardegna, di quella di altri paesi del mondo, fuse insieme nell’improvvisazione jazzistica, tra strumenti acustici, campionamenti ed armonizer; in assoluta anticipazione rispetto alle attuali tendenze musicali. Il primo cd a suo nome, Jana, esce nel 1992 e porta l’impronta di un paesaggio visionario di meticciato musicale tra quella sarda e le altre culture.
Il premio più grande
Il premio più grande, però, se lo ha saputo guadagnare sul campo, iniziando prestissimo a calcare i palchi internazionali. Nel 1992, a seguito del primo cd a suo nome, Jana, è invitato alla Mostra del Jazz Europeo a Barcellona, da dove inizierà un viaggio che lo porterà intorno al mondo e a pubblicare molti altri lavori. Da “Islà“, a “Il cielo è sempre più blu” fino a “Voyage en Sardaigne”, la prima opera discografica di Enzo Favata interamente dedicata alla Sardegna. Quella che gli ha regalato il successo di vendite più grande.
I’m cool
Apprezzato oggi in tutto il mondo, le opere discografiche di Enzo Favata sono distribuite in Europa, Stati Uniti e Giappone. Nonostante tutto il musicista sardo, è rimasto sempre il ragazzo delle origini. Semplice e “antidivo“, come si definisce lui stesso. Quando gli faccio notare che la “Navicella d’argento” è un riconoscimento di grande prestigio; che è il primo Algherese dopo lo stilista Antonio Marras nel 2004, ad ottenerlo; e che per di più, va a fare compagnia nell’albo d’oro a due mostri sacri del Jazz isolano, come Antonello Salis e Paolo Fresu; non si scompone più di tanto. «Sono molto contento di questo premio, ma se ho chiaro in testa che cosa ho fatto fino ad oggi, so altrettanto bene cosa fare ed essere domani. Sarò sempre Enzo per te e tutti gli amici che mi seguono da anni. I’m cool!»
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