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Anno nuovo vizi vecchi

Un anno si chiude, un altro si apre. I buoni propositi, sfociano presto nella delusione di sempre. Ma c’è un modo per…

Vorrei essere ottimista, ma di questi tempi, non è facile. Nemmeno oggi; all’inizio del calendario. Un giorno particolare, in cui ci ubriachiamo di buoni propositi per il futuro. Disegniamo castelli per la nostra vita e la nostra città. Certo, ad entrambe vorrei augurare ogni bene, ma non posso nasconderti la realtà. Se credi che la tua vita possa cambiare, solo perché è arrivato un nuovo anno, mi spiace dirtelo, ma ti stai facendo del male. Ti stai soltanto illudendo. La tua esistenza, infatti, continuerà ad essere uguale. Quella di prima. E sai perché? Perché tu, sei rimasto lo stesso. Forse hai cambiato le aspirazioni, ma se non modificherai i tuoi credo; se non eliminerai i tuoi pregiudizi; ogni azione, ogni limite, ogni cattiva abitudine, rimarrà la medesima. Presto, allora, all’illusione, seguirà la delusione. Quella di sempre.

Se vuoi veramente ottenere un risultato diverso, devi assolutamente modificare le tue azioni. Solo questo, ti permetterà di ottenere qualcosa di diverso. Solo questo trasformerà l’illusione in speranza. Quella, che non si spegne al sorgere del sole, ma si ravviva sempre. Colei che rilascia energia come un fuoco lento, giorno dopo giorno, ridando vigore e slancio alla tua vita.

Ma cambiare le proprie azioni; le abitudini, i modi di fare, costa fatica. Perché esse sono frutto dei nostri pensieri; i quali, a loro volta, sono ispirati dalle nostre credenze. Se credo che camminare a piedi, sia salutare, non appena ne avrò l’occasione, penserò che fare una passeggiata, sia una buona idea. Viceversa, se credo che camminare a piedi sia faticoso, la mia azione finale sarà quella di usare l’auto, o la moto, ecc. Ma se, infine, proseguirò nel credere che andare piedi è faticoso, difficilmente potrò mai ottenere un’azione diversa dal continuare ad andare in automobile.

Insomma, modificare i nostri “credo” è sempre la parte più difficile. Ecco che allora, preferiamo illuderci, o lasciarci illudere. E’ più facile e meno impegnativo. Purtroppo, però, non serve a niente. Come un antidolorifico: fà in modo che il dolore non si senta, ma non cura il male; finito l’effetto, tutto ritorna come prima. In fondo, tutti, conosciamo bene questo genere di esperienza. Non solo personale, ma anche collettiva. E’ proprio quello che succede nelle campagne elettorali. O nelle interviste dei rappresentanti politici. Grandi proclami, splendidi propositi, a cui non seguono le azioni e così tutto rimane come sempre. L’illusione lascia subito spazio alla delusione. La rinascita della città, lascia il posto alla sua rovina.

Alghero, da tempo, è precipitata in uno dei periodi più bui della sua storia moderna e immaginare, oggi, che in questo nuovo anno tutto possa essere diverso, purtroppo, rimane nell’ambito delle illusioni più azzardate. La città, come noto, paga il conto di decenni di politiche sbagliate. Nel corso del suo sviluppo, non ha saputo intrecciare un tessuto economico capace di produrre reddito diffuso.

I settori primari, quelli che generano ricchezza, sono solo virtuali, abbozzati; talvolta malgestiti, come il turismo. I secondari, come l’edilizia, non essendoci vera creazione di ricchezza, annaspano a ruota. E i terziari, come commercio e servizi, muoiono. Per mancanza di risorse. L’immiserimento economico, per giunta, ha provocato un parallelo impoverimento sociale. La nostra, ormai, è una comunità ripiegata su se stessa, dove le fasce di popolazione più dinamiche e attive, sono minoritarie e soffocate da quelle più statiche e conservatrici. Senza bisogno di elencare noiose statistiche, detto in parole povere, abbiamo più anziani che giovani.

Festeggiare il nuovo anno con grandi carichi di aspettative, pertanto, non è certo la cosa migliore da fare. Nemmeno, però, lo è gettare la spugna, o rassegnarsi. Servirebbe, piuttosto, inaugurare un nuovo ciclo. Un nuovo modo di credere il proprio impegno al servizio della comunità; un nuovo modo di pensare, vivere e rapportarsi alla città. Dove ognuno, possa effettivamente spendersi per cambiare qualcosa.

Ad iniziare da consuetudini e malvezzi a cui ci siamo comodamente abituati. Come quello di chiedere al datore di lavoro di non assicurarci per non perdere il sussidio di disoccupazione. Come quello di sottrarre qualcosa all’azienda che ci da lavoro; o viceversa, sfruttando, chi lavora per noi. Come quello di crederci sempre più furbi degli altri; di chiamare l’amico per farci togliere quella multa; il conoscente per sbrigare quella pratica; il parente per farci mettere avanti in lista d’attesa. Come possiamo poi indignarci per quello che si è fatto eleggere in consiglio comunale, per fare i suoi interessi?

Se vogliamo che Alghero risorga dalle sue ceneri, dobbiamo essere noi, i primi a metterci d’impegno. A sporcarci mani e faccia, di polvere nera. Ognuno per il suo. Solo una comunità rinnovata nella sua base, nei suoi principi, nella sua moralità più profonda, saprà esprimere una classe politica nuova. Costruttrice ed innovativa. Solo azioni nuove e concrete, possono produrre speranza; il vero lievito della vita. Ed io, all’alba di questo nuovo anno, voglio augurarvi con tutto il cuore, di illudervi poco e di sperare molto.

Felice anno a tutti
Alghero Eco – 01 Gennaio 2016

Antonello Bombagi © Tutti i diritti riservati

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